5 May 2022
L’arrivo del lupo in aree collinari e di pianura è un fenomeno che talvolta viene trattato, su stampa e social, con toni allarmistici. Alcune segnalazioni hanno coinvolto anche i territori gestiti dall’Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, in particolare la Bessa, le Baragge ed il Ticino.
Perché il lupo è arrivato in pianura?
L’espansione del lupo in questi territori dipende dalla sua biologia che spinge gli animali in dispersione a cercare territori non occupati da altri branchi. Per questo, molti degli esemplari osservati in queste aree sono animali di passaggio.
Il Ticino
In particolare per l’area del Ticino il ritorno del lupo è avvenuto nel 2012, dopo ben 200 anni di assenza, quando un giovane maschio in fase di dispersione fu investito da un’auto a Somma Lombardo (VA). Da quell'episodio non sono più giunte notizie di avvistamenti di altri esemplari o di segni di presenza fino alla primavera del 2017; da qui in poi, anche se non in modo continuativo, il personale dell’Ente rileva segni di presenza della specie.
Bessa, Baragge e Sesia
In base ai dati disponibili ed ai monitoraggi effettuati i primi segni di presenza di lupo nella Bessa risalgono al 2019, nelle baragge biellesi al 2021, ed in quelle novaresi al 2015. Negli stessi anni ci sono state segnalazioni anche nella pianura vercellese e lungo il Sesia. Generalmente trattasi di individui solitari ed in dispersione.
Ma quindi devo avere paura?
Bisogna ricordare innanzitutto che i lupi non considerano gli umani delle prede, anzi ne sono diffidenti e tendono a mantenersi a distanza. Le aree naturali in pianura sono per lo più immerse ed alternate a spazi ad uso agricolo e contesti antropici e, per questo, trovare una traccia di lupo anche in luoghi in cui difficilmente ce lo aspetteremmo è possibile. Questo non significa che il lupo si stia abituando alle persone e che quindi stia divenendo potenzialmente pericoloso per l'uomo. I lupi restano animali elusivi che dell'uomo hanno una paura innata.
In ogni caso resta fondamentale non creare situazioni rischiose, come cercare di attrarli con delle pasturazioni perché si rischierebbe di alterare il comportamento del predatore che, nel tempo, potrebbe abituarsi e perdere la naturale diffidenza verso le persone. Questo, comunque, vale per qualsiasi animale selvatico, quindi è importante non offrire mai cibo alla fauna. In particolare, non si deve seguire il lupo per osservarlo o per rubare uno scatto, soprattutto se siamo vicini ad una strada, perché per scappare potrebbe cercare di attraversarla ed essere investito o creare pericolo per la circolazione stradale. Se si è a passeggio con i propri cani è importante gestirli sempre in modo responsabile, tenerli al guinzaglio, e non avventurarsi fuori dai sentieri. Sono tutti comportamenti di rispetto per la fauna e di tutela nostra e del nostro animale. In particolare, i cani delle cascine dovrebbero essere protetti la notte, in serragli ben fatti e mai tenuti alla catena, situazione che potrebbe divenire molto pericolosa in presenza di un lupo.
L'EGAP Ticino e Lago Maggiore è supporter del progetto europeo www.lifewolfalps.eu Potete collegarvi al sito per maggiori informazioni e, se si vede un lupo o una sua traccia si può segnarlo sul sito del progetto Life Wolf Alps o ai nostri uffici email gestioneambientale@parcoticinolagomaggiore.it
Il ritorno del lupo è importante, perché?
La presenza del lupo, specie protetta da leggi nazionali ed europee, è importante perché è un animale all’apice della catena alimentare, particolarmente sensibile al degrado dell'ecosistema in quanto la sua sopravvivenza dipende da quella delle specie che occupano i livelli inferiori della catena. Pertanto, la presenza del lupo è segnale di una buona qualità dell'ambiente. Inoltre, rappresenta un elemento riequilibratore naturale delle popolazioni di un determinato territorio, in particolare degli ungulati, tra cui il cinghiale, ma anche su specie più piccole come, per esempio, le nutrie.
E gli allevatori?
Il ritorno del lupo, pur positivo per l'ambiente, porta con sé alcune situazioni di timore e preoccupazione degli allevatori di bestiame molto più sentito nei territori montani per questo motivo l’Ente è a disposizione per incontri o momenti di confronto.
Foto di Paola Trovò