1 June 2019
La mostra
Quella natura colorata e viva proposta dalle immagini fotografiche esposte non è “sogno” ma una realtà, fissata dall’obiettivo guidato
dalla poetica attenzione dall’autore durante la frequentazione delle aree protette dei parchi del territorio novarese
L’Autore e il suo progetto di lavoro
Nato a Novara nel 1947, Ezio Racchi ha iniziato a fotografare intorno ai dodici-tredici anni.
«Allora frequentavo le scuole a Genova e, ricordo, una delle prime foto l’ho scattata a mio nonno al porto. Sullo sfondo c’era una
magnifica nave: il transatlantico Raffaello, allora orgoglio della nostra marina mercantile». Attivo come pilota per quarant’anni,
dapprima nell’aeronautica militare, poi nell’aviazione commerciale, solo raggiunto il pensionamento ha potuto dare spazio all’antica
passione della fotografia, mai sopita iscrivendosi alla scuola di fotografia dell’Università popolare di Vercelli dove ha incontrato Marco
Barabino, direttore artistico docente, ora a lui legato da una profonda amicizia. È iscritto all’associazione fotografica “Sguardo di
Minerva” e, come socio ha partecipato ad alcune mostre collettive. Fra queste il “Vip” a Vercelli e al Festival della fotografia di Arles
nel 2017.
In questa sua prima personale propone immagini delicate che trovano immediato riferimento con le esperienze pittoriche per la
presenza di colori che si amalgamano, si alternano, resi brillanti e inconsueti dalla luce
Quella natura colorata e viva proposta dalle immagini fotografiche esposte non è “sogno” ma una realtà, fissata dall’obiettivo guidato
dalla poetica attenzione dall’autore durante la frequentazione delle aree protette dei parchi del territorio novarese
L’Autore e il suo progetto di lavoro
Nato a Novara nel 1947, Ezio Racchi ha iniziato a fotografare intorno ai dodici-tredici anni.
«Allora frequentavo le scuole a Genova e, ricordo, una delle prime foto l’ho scattata a mio nonno al porto. Sullo sfondo c’era una
magnifica nave: il transatlantico Raffaello, allora orgoglio della nostra marina mercantile». Attivo come pilota per quarant’anni,
dapprima nell’aeronautica militare, poi nell’aviazione commerciale, solo raggiunto il pensionamento ha potuto dare spazio all’antica
passione della fotografia, mai sopita iscrivendosi alla scuola di fotografia dell’Università popolare di Vercelli dove ha incontrato Marco
Barabino, direttore artistico docente, ora a lui legato da una profonda amicizia. È iscritto all’associazione fotografica “Sguardo di
Minerva” e, come socio ha partecipato ad alcune mostre collettive. Fra queste il “Vip” a Vercelli e al Festival della fotografia di Arles
nel 2017.
In questa sua prima personale propone immagini delicate che trovano immediato riferimento con le esperienze pittoriche per la
presenza di colori che si amalgamano, si alternano, resi brillanti e inconsueti dalla luce