Garzaia del Rio Druma
À propos
Quest'area appartiene a Aree Protette del Sesia
GARZAIA DEL RIO DRUMA – ZSC/ZPS IT1120014
La Garzaia del Rio Druma si colloca nell’alta pianura vercellese nei comuni di Villarboit e Balocco, lungo l’omonimo rio che forma un modesto avvallamento denominato “la Valle”.
Il perimetro del biotopo si estende, lungo il corso del Rio Druma e del Rio Dongrosso, che decorrono paralleli da nord a sud. L’autostrada Torino-Milano ne delimita il confine meridionale mentre le due strade che conducono a Cascina del Gallo ne identificano il limite settentrionale.
La ZSC-ZPS Garzaia del Rio Druma è caratterizzato dalla presenza prevalente di ambienti agricoli, in particolare risicoltura (67% della superficie complessiva del Sito) che contornano boschi sviluppati lungo il Rio Druma e lungo il Rio Dongrosso. Le formazioni boschive (24%) sono riconducibili a 2 tipologie principali: i querco-carpineti, frequentemente infiltrati da robinia, ed i robinieti puri, tendenzialmente a ceduo invecchiato in fase di precollasso. Entrambe le formazioni arboree sono oggetto di nidificazione degli ardeidi. Il resto del territorio del Sito è costituito da piccoli lembi di formazioni prative, localizzate nei pressi delle cascine e da altre coperture di minore interesse.
Il substrato geologico che caratterizza questa superficie è rappresentato da alluvioni fluviali e fluvioglaciali wurmiane, ciottolose non o poco alterate localizzate nei profondi impluvi ove scorrono i succitati corsi d’acqua mentre sulle superfici terrazzate circostanti dominano le alluvioni fluvioglaciali rissiane, ricche di limi ed argilla e profondamente alterate. Morfologicamente l’area è caratterizzata dalla superficie pianeggiante e uniforme del terrazzo antico di Rovasenda e dalle incisioni profonde e articolate, in parte pendenti, originate dall'erosione regressiva di questi modesti corsi d'acqua. Queste seconde forme sono quelle che caratterizzano il biotopo, mentre la prima rimane all’interno del perimetro ma risulta minoritaria in termini areali. La prima forma si eleva fino a 20-30 metri sul livello della pianura principale e rappresenta la superficie che è stata risparmiata dall'azione erosiva operata dai corsi d'acqua che hanno modellato la più recente pianura alluvionale sottostante; le seconde, invece, sono strettamente incassate all’interno della prima e mostrano una notevole acclività delle pendici che la raccordano ad essa.
L'uso del suolo sul terrazzo antico è costituito prevalentemente da risicoltura mentre le incisioni non sono coltivate a riso ma presentano una copertura con vegetazione spontanea di sponda e/o di area umida: canneti, salici, incolti in genere.
Il Sito è costituito dal terrazzo antico di Rovasenda e dalle incisioni profonde e articolate, in parte pendenti, originate dall'erosione regressiva dei due modesti corsi d'acqua (il Rio Druma ad ovest ed il Rio Dongrosso ad est) che raccolgono unicamente le acque di drenaggio del sovrastante terrazzo. La consolidata coltivazione del riso nelle superfici costituenti il terrazzo ha determinato la costruzione di una minuta rete di canali; i principali canali adduttori di tale rete sono posti al di fuori del perimetro del Sito: il Cavo San Marco, che si trova ad est e la Roggia di Buronzo, che scorre ad ovest e confluisce nel rio Druma poco più a sud dell’autostrada A4. Il Piano di Tutela delle Acque riconduce il territorio del Sito al sottobacino del Sesia, Area idrografica 18 (Cervo). I due corsi d’acqua che si trovano nel Sito non sono oggetto di analisi da parte del Piano di Tutela delle Acque, a causa della loro ridotta dimensione ed estensione. Tuttavia l’art. 35 del PTA prevede l’adozione di buone pratiche per l’uso di concimi contenenti fosforo e di fitofarmaci, la cui applicazione è raccomandata su tutto il territorio regionale.
Il Piano Paesaggistico Regionale inserisce l’area della ZSC nell’ambito di paesaggio 23 “Baraggia tra Cossato e Gattinara”. Nel contesto degli obiettivi del PPR, il sito rappresenta uno degli elementi di base per il mantenimento della discontinuità del paesaggio agrario; l’elevata naturalità dell’area, inoltre, costituisce una risorsa preziosissima per il mantenimento della connettività ecologica dell’area, dominata dalle colture agrarie.
FLORA
Il numero delle specie vegetali censite nella ZSC-ZPS della “Garzaia del rio Druma” è pari a 219, mentre le specie alloctone invasive (17) rappresentano il 7% della flora censita nella ZSC.
La maggior parte delle specie della flora presenti negli habitat del Rio Druma è comune ed è piuttosto diffusa nel territorio regionale e nazionale. Non sono evidenti presenze di specie eccezionalmente rare o peculiari dal punto di vista floristico, ma, ciò nonostante, vi sono specie che nel contesto specifico del sito assumono una rilevanza.
Tra le specie più interessanti meritano essere menzionate quelle censite in una prateria igrofila mista ad alte erbe dove accanto alle più comuni fienarola compressa (Poa compressa), alla ginestra dei tintori (Genista tinctoria), alla filipendula ulmaria (Filipendula ulmaria) sono state rinvenute alcune specie rare secondo Pignatti (1982): tra queste la rosa serpeggiante (Rosa gallica), l’enula aspra (Inula salicina) e la dantonia minore (Danthonia decumbens).
Altra specie considerata rara in tutto il territorio nazionale da Pignatti (1982) è la rosa delle siepi (Rosa agrestis), rinvenuta nella fascia ecotonale di un querceto misto, mentre Tra le specie acquatiche merita essere segnalata la presenza di Polygonum amphibium.
Inoltre meritano di essere menzionate: Carex leporina, Carex punctata e Dryopteris carthusiana.
Il carice leporino (Carex leporina) cresce su suoli umidi e calpestati lungo i sentieri, nelle pozze, nelle radure, è specie poco frequente in pianura, così come il carice punteggiato (Carex puntata), che cresce in prossimità delle sorgenti e nelle torbiere fino ai 1100 m di quota. La felce certosina (Dryopteris carthusiana), felce che si rinviene nei terreni umidi e torbosi dei boschi, è anch’essa specie poco frequente in contesti planiziali.
Tra le specie floristiche rilevate nessuna è inserita nelle Liste Rosse regionali né in quella nazionale.
Tra le specie della flora censite ce n’è solo una a priorità di conservazione e si tratta del Narcissus poëticus, specie rilevata tra il 1995 e il 2010 ma non riconfermata recentemente.
FAUNA
Il numero di specie animali note per l’area ammonta a 28, pari a circa il 43% del popolamento del Piemonte. La specie di maggiore rilevanza conservazionistica è risultata Ophiogomphus cecilia, rara a livello regionale, con popolazioni locali numericamente ridotte. E’ una specie planiziale che si riproduce in acque correnti, ma gli adulti possono essere osservati sovente presso le zone ad incolto. Nel Sito non sono stati individuati habitat particolarmente idonei alla riproduzione, tuttavia è possibile che qualche tratto del Rio Druma o del Rio Dongrosso possa essere effettivamente utilizzato per la riproduzione da tale gonfide.
Altra specie di interesse, in quanto localizzata a livello regionale è Lestes dryas, con popolazioni poco numerose. Nella ZSC/ZPS Garzaia del rio Druma è stata segnalata una sola volta, nel 2008. Da citare anche la presenza di Sympetrum depressiusculum, un tempo abbondantissimo nelle risaie ma ormai divenuto raro. Nel sito sono stati rilevati alcuni individui, ma risulta difficile stabilire lo stato di conservazione di questa specie. Di un certo rilievo è anche l’osservazione di Libellula quadrimaculata, frequente sui rilievi ma localizzata in pianura.
Nessuna altra delle specie rilevate è particolarmente rara o soggetta a fattori di minaccia specifici, essendo il popolamento fondamentalmente composto da specie generaliste ed adattate all’ambiente della risaia.
La Garzaia del Rio Druma si colloca nell’alta pianura vercellese nei comuni di Villarboit e Balocco, lungo l’omonimo rio che forma un modesto avvallamento denominato “la Valle”.
Il perimetro del biotopo si estende, lungo il corso del Rio Druma e del Rio Dongrosso, che decorrono paralleli da nord a sud. L’autostrada Torino-Milano ne delimita il confine meridionale mentre le due strade che conducono a Cascina del Gallo ne identificano il limite settentrionale.
La ZSC-ZPS Garzaia del Rio Druma è caratterizzato dalla presenza prevalente di ambienti agricoli, in particolare risicoltura (67% della superficie complessiva del Sito) che contornano boschi sviluppati lungo il Rio Druma e lungo il Rio Dongrosso. Le formazioni boschive (24%) sono riconducibili a 2 tipologie principali: i querco-carpineti, frequentemente infiltrati da robinia, ed i robinieti puri, tendenzialmente a ceduo invecchiato in fase di precollasso. Entrambe le formazioni arboree sono oggetto di nidificazione degli ardeidi. Il resto del territorio del Sito è costituito da piccoli lembi di formazioni prative, localizzate nei pressi delle cascine e da altre coperture di minore interesse.
Il substrato geologico che caratterizza questa superficie è rappresentato da alluvioni fluviali e fluvioglaciali wurmiane, ciottolose non o poco alterate localizzate nei profondi impluvi ove scorrono i succitati corsi d’acqua mentre sulle superfici terrazzate circostanti dominano le alluvioni fluvioglaciali rissiane, ricche di limi ed argilla e profondamente alterate. Morfologicamente l’area è caratterizzata dalla superficie pianeggiante e uniforme del terrazzo antico di Rovasenda e dalle incisioni profonde e articolate, in parte pendenti, originate dall'erosione regressiva di questi modesti corsi d'acqua. Queste seconde forme sono quelle che caratterizzano il biotopo, mentre la prima rimane all’interno del perimetro ma risulta minoritaria in termini areali. La prima forma si eleva fino a 20-30 metri sul livello della pianura principale e rappresenta la superficie che è stata risparmiata dall'azione erosiva operata dai corsi d'acqua che hanno modellato la più recente pianura alluvionale sottostante; le seconde, invece, sono strettamente incassate all’interno della prima e mostrano una notevole acclività delle pendici che la raccordano ad essa.
L'uso del suolo sul terrazzo antico è costituito prevalentemente da risicoltura mentre le incisioni non sono coltivate a riso ma presentano una copertura con vegetazione spontanea di sponda e/o di area umida: canneti, salici, incolti in genere.
Il Sito è costituito dal terrazzo antico di Rovasenda e dalle incisioni profonde e articolate, in parte pendenti, originate dall'erosione regressiva dei due modesti corsi d'acqua (il Rio Druma ad ovest ed il Rio Dongrosso ad est) che raccolgono unicamente le acque di drenaggio del sovrastante terrazzo. La consolidata coltivazione del riso nelle superfici costituenti il terrazzo ha determinato la costruzione di una minuta rete di canali; i principali canali adduttori di tale rete sono posti al di fuori del perimetro del Sito: il Cavo San Marco, che si trova ad est e la Roggia di Buronzo, che scorre ad ovest e confluisce nel rio Druma poco più a sud dell’autostrada A4. Il Piano di Tutela delle Acque riconduce il territorio del Sito al sottobacino del Sesia, Area idrografica 18 (Cervo). I due corsi d’acqua che si trovano nel Sito non sono oggetto di analisi da parte del Piano di Tutela delle Acque, a causa della loro ridotta dimensione ed estensione. Tuttavia l’art. 35 del PTA prevede l’adozione di buone pratiche per l’uso di concimi contenenti fosforo e di fitofarmaci, la cui applicazione è raccomandata su tutto il territorio regionale.
Il Piano Paesaggistico Regionale inserisce l’area della ZSC nell’ambito di paesaggio 23 “Baraggia tra Cossato e Gattinara”. Nel contesto degli obiettivi del PPR, il sito rappresenta uno degli elementi di base per il mantenimento della discontinuità del paesaggio agrario; l’elevata naturalità dell’area, inoltre, costituisce una risorsa preziosissima per il mantenimento della connettività ecologica dell’area, dominata dalle colture agrarie.
FLORA
Il numero delle specie vegetali censite nella ZSC-ZPS della “Garzaia del rio Druma” è pari a 219, mentre le specie alloctone invasive (17) rappresentano il 7% della flora censita nella ZSC.
La maggior parte delle specie della flora presenti negli habitat del Rio Druma è comune ed è piuttosto diffusa nel territorio regionale e nazionale. Non sono evidenti presenze di specie eccezionalmente rare o peculiari dal punto di vista floristico, ma, ciò nonostante, vi sono specie che nel contesto specifico del sito assumono una rilevanza.
Tra le specie più interessanti meritano essere menzionate quelle censite in una prateria igrofila mista ad alte erbe dove accanto alle più comuni fienarola compressa (Poa compressa), alla ginestra dei tintori (Genista tinctoria), alla filipendula ulmaria (Filipendula ulmaria) sono state rinvenute alcune specie rare secondo Pignatti (1982): tra queste la rosa serpeggiante (Rosa gallica), l’enula aspra (Inula salicina) e la dantonia minore (Danthonia decumbens).
Altra specie considerata rara in tutto il territorio nazionale da Pignatti (1982) è la rosa delle siepi (Rosa agrestis), rinvenuta nella fascia ecotonale di un querceto misto, mentre Tra le specie acquatiche merita essere segnalata la presenza di Polygonum amphibium.
Inoltre meritano di essere menzionate: Carex leporina, Carex punctata e Dryopteris carthusiana.
Il carice leporino (Carex leporina) cresce su suoli umidi e calpestati lungo i sentieri, nelle pozze, nelle radure, è specie poco frequente in pianura, così come il carice punteggiato (Carex puntata), che cresce in prossimità delle sorgenti e nelle torbiere fino ai 1100 m di quota. La felce certosina (Dryopteris carthusiana), felce che si rinviene nei terreni umidi e torbosi dei boschi, è anch’essa specie poco frequente in contesti planiziali.
Tra le specie floristiche rilevate nessuna è inserita nelle Liste Rosse regionali né in quella nazionale.
Tra le specie della flora censite ce n’è solo una a priorità di conservazione e si tratta del Narcissus poëticus, specie rilevata tra il 1995 e il 2010 ma non riconfermata recentemente.
FAUNA
Il numero di specie animali note per l’area ammonta a 28, pari a circa il 43% del popolamento del Piemonte. La specie di maggiore rilevanza conservazionistica è risultata Ophiogomphus cecilia, rara a livello regionale, con popolazioni locali numericamente ridotte. E’ una specie planiziale che si riproduce in acque correnti, ma gli adulti possono essere osservati sovente presso le zone ad incolto. Nel Sito non sono stati individuati habitat particolarmente idonei alla riproduzione, tuttavia è possibile che qualche tratto del Rio Druma o del Rio Dongrosso possa essere effettivamente utilizzato per la riproduzione da tale gonfide.
Altra specie di interesse, in quanto localizzata a livello regionale è Lestes dryas, con popolazioni poco numerose. Nella ZSC/ZPS Garzaia del rio Druma è stata segnalata una sola volta, nel 2008. Da citare anche la presenza di Sympetrum depressiusculum, un tempo abbondantissimo nelle risaie ma ormai divenuto raro. Nel sito sono stati rilevati alcuni individui, ma risulta difficile stabilire lo stato di conservazione di questa specie. Di un certo rilievo è anche l’osservazione di Libellula quadrimaculata, frequente sui rilievi ma localizzata in pianura.
Nessuna altra delle specie rilevate è particolarmente rara o soggetta a fattori di minaccia specifici, essendo il popolamento fondamentalmente composto da specie generaliste ed adattate all’ambiente della risaia.
Prénom | Description |
---|---|
Superficie (Ha) | 128.00 |
Riconoscimenti | Natura 2000 ZSC/ZPS "IT1120014" |
Regioni | Piemonte |
Province | Vercelli - Comuni di Villarboit e Balocco |
Comuni associati | Villarboit |
Vigilanza
Responsabile del Settore di Vigilanza E.Q.
Prénom | Description |
---|---|
Courriel |
vgenovese@parcoticinolagomaggiore.it vigilanza@parcoticinolagomaggiore.it |