Life Dry Lands
LIFE18 NAT/IT/000803 DRYLANDS
Restoration of dry-acidic Continental grasslands and heathlands in Natura 2000 sites in Piemonte and Lombardia
Beneficiari
1. UNIPV Università di Pavia – Beneficiario Coordinatore
2. BIGEA Università di Bologna – Beneficiario associato
3. Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino - Beneficiario associato
4. Ente di gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore - Beneficiario associato
5. Parco Lombardo della Valle del Ticino - Beneficiario associato
6. Associazione Rete degli Orti Botanici della Lombardia - Beneficiario associato
Beneficiari
1. UNIPV Università di Pavia – Beneficiario Coordinatore
2. BIGEA Università di Bologna – Beneficiario associato
3. Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino - Beneficiario associato
4. Ente di gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore - Beneficiario associato
5. Parco Lombardo della Valle del Ticino - Beneficiario associato
6. Associazione Rete degli Orti Botanici della Lombardia - Beneficiario associato
- Sintesi del Progetto[.pdf 404 Kb - 25/11/2020]
- Link al sito del progetto Life Drylands (Ouvre dans un nouvel onglet)
Il progetto mira a ripristinare lo stato di conservazione favorevole degli habitat aperti dei prati aridi e delle brughiere continentali e nella creazione di core areas e corridoi ecologici all’interno di 8 siti Natura 2000 idonei, di cui 3 gestiti da questo Ente Parchi.
Gli obiettivi comprendono il ripristino delle componenti degli habitat target, riduzione e controllo delle specie arboree invasive, il miglioramento della componente floristica e la creazione di nuovi appezzamenti di habitat, produzione e esportazione di linee guida per gestione e monitoraggio degli habitat e promozione e diffusione dei risultati del progetto tra grande pubblico e portatori di interesse.
Gli obiettivi comprendono il ripristino delle componenti degli habitat target, riduzione e controllo delle specie arboree invasive, il miglioramento della componente floristica e la creazione di nuovi appezzamenti di habitat, produzione e esportazione di linee guida per gestione e monitoraggio degli habitat e promozione e diffusione dei risultati del progetto tra grande pubblico e portatori di interesse.
Gli habitat naturali e seminaturali rispondenti alle caratteristiche individuate dalla direttiva europea “Habitat” (92/43/CEE) ed elencati nell’allegato I, sono riconosciuti come Habitat di Interesse Comunitario e oggetto di particolare tutela per la loro rarità e valenza ecologica. Il progetto LIFE DRYLANDS prevede interventi di ripristino degli habitat di interesse comunitario delle cosiddette “terre aride”, ovverossia brughiere, lande, steppe e praterie aride.
-Habitat 2330: Praterie aperte a Corynephorus e Agrostis su dossi sabbiosi interni
Definito come “Praterie secche acidofile ricche di licheni su dossi e/o depositi sabbiosi fluvio-glaciali della Pianura Padana occidentale”. È un habitat rinvenibile nella regione biogeografica continentale della penisola italiana, esteso principalmente in Piemonte e Lombardia sulle province di Novara, Vercelli e Pavia ed estremamente raro. Infatti tale habitat, legato alla presenza di substrati sabbiosi poveri di nutrienti dove vi è scarso sviluppo di vegetazione, è da molti decenni in forte declino a causa della progressiva espansione delle specie legnose (alberi e arbusti) dell’aumento delle sostanze nutritive del suolo e della mancanza di gestione. L’elemento caratterizzante è la presenza di muschi e licheni. La flora e la vegetazione lichenica dell’habitat in territorio italiano è peculiare rispetto alle altre aree europee per la presenza diffusa di Cladonia portentosa. Tale specie, di interesse comunitario ai sensi della Direttiva Habitat, può trovarsi associato ad altri licheni tipici come Cladonia sp. e Cetraria sp., costituendo formazioni dette croste biologiche del suolo. L’habitat 2330 è chiamato anche con il nome di Corineforeto, da Corynephorus canescens, una pianta erbacea che costituisce la principale specie diagnostica, insieme a Teesdalia nudicaulis, Rumex acetosella e Filago minima. Pur sembrando brulle e poco colonizzate, in realtà le praterie aperte a Corynephorus e Agrostis sono siti importanti anche per la fauna, in particolare farfalle e altre specie di insetti.
-Habitat 2330: Praterie aperte a Corynephorus e Agrostis su dossi sabbiosi interni
Definito come “Praterie secche acidofile ricche di licheni su dossi e/o depositi sabbiosi fluvio-glaciali della Pianura Padana occidentale”. È un habitat rinvenibile nella regione biogeografica continentale della penisola italiana, esteso principalmente in Piemonte e Lombardia sulle province di Novara, Vercelli e Pavia ed estremamente raro. Infatti tale habitat, legato alla presenza di substrati sabbiosi poveri di nutrienti dove vi è scarso sviluppo di vegetazione, è da molti decenni in forte declino a causa della progressiva espansione delle specie legnose (alberi e arbusti) dell’aumento delle sostanze nutritive del suolo e della mancanza di gestione. L’elemento caratterizzante è la presenza di muschi e licheni. La flora e la vegetazione lichenica dell’habitat in territorio italiano è peculiare rispetto alle altre aree europee per la presenza diffusa di Cladonia portentosa. Tale specie, di interesse comunitario ai sensi della Direttiva Habitat, può trovarsi associato ad altri licheni tipici come Cladonia sp. e Cetraria sp., costituendo formazioni dette croste biologiche del suolo. L’habitat 2330 è chiamato anche con il nome di Corineforeto, da Corynephorus canescens, una pianta erbacea che costituisce la principale specie diagnostica, insieme a Teesdalia nudicaulis, Rumex acetosella e Filago minima. Pur sembrando brulle e poco colonizzate, in realtà le praterie aperte a Corynephorus e Agrostis sono siti importanti anche per la fauna, in particolare farfalle e altre specie di insetti.
-Habitat 4030: Lande secche europee
Si tratta di aree presenti nella Pianura Padana e nella parte centro-settentrionale del versante ovest della penisola italiana, conosciute con il nome di brughiera. Tale habitat è caratterizzato da vegetazione basso-arbustiva acidofila, tra cui in particolare Calluna vulgaris (brugo), che nelle regioni alpine si trova in associazione con specie dei generi Genista e Vaccinium. La vegetazione si sviluppa su suoli generalmente acidi, sabbiosi o limosi, poveri di nutrienti e asciutti, anche se nelle aree padane con depositi fluvio-glaciali possono presentarsi ristagni. Per la loro localizzazione a sud delle Alpi le aree di brughiera planiziale/pedemontana interessate dal progetto sono diverse dalle altre brughiere europee per la presenza di specie peculiari di specie vascolari e di licheni, questi ultimi rinvenibili in microhabitat idonei caratterizzati da vegetazione rada. L’habitat 4030 ha subito una progressiva diminuzione principalmente a causa della rapida evoluzione da calluneto a comunità forestale dovuta all’avanzamento naturale di alberi e arbusti, unitamente all’aumento di nutrienti nel suolo. La gestione a taglio e sfalcio meccanico e le pratiche del pascolo e del passaggio periodico del fuoco, quando consentite contribuiscono a mantenere aperte le aree di habitat 4030, come nel caso delle brughiere nella zona del vercellese, chiamate con il termine “baragge”. Anche le brughiere sostengono una ricca biodiversità e sono caratterizzate da un elevato pregio ecologico.
- Habitat 6210(*): Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)
Sono praterie polispecifiche, perenni, da aride a semiaride, diffuse in Italia principalmente nelle zone appenniniche e presenti anche nelle Alpi. La ricca vegetazione erbacea è dominata da graminacee, in particolare del genere Festuca e da Bromus erectus (classe Festuco-Brometea). Rispetto alle altre aree italiane ed europee, caratterizzati da substrati tendenzialmente calcarei, i siti interessati dal progetto presentano composizioni floristiche particolari dovute alla presenza del raro sottotipo 34.34, acidofilo. Il substrato siliceo e la collocazione nell’area submediterranea-subatlantica di tali siti determina quindi la presenza di specie acidofile del genere Festuca e Koeleria, insieme ad altre erbacee tra cui Carex caryophyllea, Dianthus carthusianorum, Sanguisorba minor, Achillea tomentosa, Jasione montana, Teucrium chamaedrys. Anche nelle praterie aride sono rinvenibili croste biologiche con licheni, importanti per la biodiversità. Come stabilito dalla Direttiva Habitat, l’habitat 6210 è considerato prioritario per la conservazione e indicato con asterisco qualora siano ricchi di specie di orchidee selvatiche oppure ne ospitino di rare. I prati aridi polifiti sono generalmente habitat secondari in quanto il loro mantenimento dipende da attività di sfalcio, pascolamento del bestiame o disturbo meccanico del suolo. Con l’abbandono di tali pratiche agricole si è verificato un significativo decremento dell’habitat 6210/6210*, legato alle medesime cause che incidono sugli altri habitat aridi, ovverossia aumento di sostanze nutritive nel suolo e insediamento di specie legnose con conseguente evoluzione verso cenosi arbustive e arboree. La loro conservazione è fondamentale per la biodiversità, soprattutto per gli insetti impollinatori come api, bombi e farfalle.
Costi per finanziamento
Il contributo per l’assistenza esterna è da destinare alle azioni A e C. Tutti i costi sono comprensivi di IVA, il totale ammonta a 232.471 €.
Costi esterni per azione
Le azioni C comprendono interventi effettuati da ditte esterne e sono distribuite nelle cinque località individuate nei siti Natura 2000 “Valle Ticino”, “Lame Sesia e Isolone di Oldenico” e “Baraggia di Rovasenda”. Il totale dei costi esterni per le Azioni C ammonta a 198.841 € ripartiti come segue:
• 5.360€ per Pombia per le azioni C1, C2 e C3,
• 7658 € per Trecate-Chiocciola per le azioni C1 e C3,
• 33.343 € per Greggio/Villata per le azioni C1, C2, C3 e C4,
• 152.480 € per Lenta per le azioni C1 e C3.
Le azioni C comprendono interventi effettuati da ditte esterne e sono distribuite nelle cinque località individuate nei siti Natura 2000 “Valle Ticino”, “Lame Sesia e Isolone di Oldenico” e “Baraggia di Rovasenda”. Il totale dei costi esterni per le Azioni C ammonta a 198.841 € ripartiti come segue:
• 5.360€ per Pombia per le azioni C1, C2 e C3,
• 7658 € per Trecate-Chiocciola per le azioni C1 e C3,
• 33.343 € per Greggio/Villata per le azioni C1, C2, C3 e C4,
• 152.480 € per Lenta per le azioni C1 e C3.
Costi per area
Le attività delle relative azioni sono state distribuite tra il personale a seconda delle località di intervento, delle competenze e delle posizioni occupate: direttore, coordinatore progetto, tecnici, guardiaparco e operai. Le spese di personale sono rendicontate a regime forfettario e sono ripartite come di seguito:
Le attività delle relative azioni sono state distribuite tra il personale a seconda delle località di intervento, delle competenze e delle posizioni occupate: direttore, coordinatore progetto, tecnici, guardiaparco e operai. Le spese di personale sono rendicontate a regime forfettario e sono ripartite come di seguito:
Direttore:
Coordinatore progetto:
Tecnico gestione appalti/rendicontazione:
Guardiaparco:
Operai:
Coordinatore progetto:
Tecnico gestione appalti/rendicontazione:
Guardiaparco:
Operai: